domenica 6 novembre 2011

Villa Colombo: rispondiamo all'assessore Linda Ghidoli

La replica della Ghidoli
Carissima assessore Ghidoli,
con la sua lettera lei dimostra di essersi divertita per la nostra satira relativa alla "Tenera Linda" e noi sinceramente l'abbiamo apprezzato molto. In politica, soprattutto di questi tempi succede l'esatto contrario e sono proprio i politici brillanti e seri quelli che, anziché prendersela condividono il senso dell’humor.

Vede, personalmente sono certo che, Lei sia convinta della legittimità di questo PII, conseguentemente sono altrettanto certo della sua buona fede. Ma bisogna scindere la realtà soggettiva da quella oggettiva.

Da questo punto di vista penso sia inutile continuare con una sterile contrapposizione di quale PII, tra il precedente e l’attuale sia meglio o peggio. Sono due modelli urbanistici contrapposti ed ovviamente ognuno difende il proprio. Questa è la dimensione soggettiva della questione PII Villa Colombo, quindi quanto da Lei affermato nella sua lettera riguardo al documento di inquadramento:
Dall’analisi del documento emerge con estrema chiarezza che la sua modifica non serve poiché il documento ben aderisce al PII adottato.”

E’ inconfutabilmente vero, tranne che per le potenzialità volumetriche che, guarda caso riguarda invece la dimensione oggettiva.

Lei continua la sua descrizione del documento di inquadramento con le seguenti affermazioni:
Infatti il documento di inquadramento prevede una volumetria ammissibile per le aree industriali non più in uso e ad adiuvandum o in opzione prevede volumetrie aggiuntive in presenza di edilizia convenzionata e ulteriori bonus volumetrici fino ad una percentuale pari al 35% dell’intera volumetria prevista nel lotto unita all’edilizia convenzionata. Nel nostro caso quindi rispettiamo il documento di inquadramento e quindi siamo consci che quanto adottato sia perfettamente aderente alle norme oggi vigenti."

Cara Assessore Ghidoli Lei prende a riferimento le aree industriali che, hanno un indice volumetrico di 2 metri cubi per metro quadro. Quindi i 42.000 metri cubi secondo Lei sono legittimi ma, nella dimensione oggettiva questo è assolutamente fuori luogo, in quanto il PII insedia tutta la volumetria: in area agricola interclusa da urbanizzazioni, in zona già urbanizzate e non funzionali alla attività agricola”. Così come recita il documento di inquadramento, l’indice volumetrico previsto in questo caso corrisponde ad 1 metro cubo per metro quadro, in un area agricola senza le caratteristiche esplicitate dal documento sopra sottolineate, non si può neanche edificare, solo la ristrutturazione dell’esistente è possibile.

A questo punto sarei curioso di sapere: con quale criterio ritenete l’area della cascina San Giuseppe industriale ? Forse perché prima era insediata un’attività produttiva? Verissimo, produttiva si, ma agricola. Oppure, perché prima erano installate delle serre? Diamine c’è una bella differenza tra un capannone ed una serra !

Sono contento che Le piace soffermarsi sull’origine di questo PII, ma per onore del vero, lo faccia con cognizione di causa e non dando per vera la storiella che le è stata raccontata da persone molto interessate.

La verità è riscontrabile semplicemente consultando i documenti ufficiali del comune.
L’origine di questo PII proviene dal diniego dell’osservazione sul PRG presentata dai proprietari dell’area che guarda caso proponevano la trasformazione da agricolo in edificabile in cambio della costruzione di una piscina. Motivai quel diniego senza entrare nel merito della proposta osservando che, la trasformazione richiesta non era possibile in fase di adozione definitiva del PRG ma, successivamente dopo l’approvazione del Documento di inquadramento attraverso un PII specifico.

Quando arrivò la proposta tale e quale all’osservazione, convocai la proprietà per chiarire due cose:
  1. Il comune di una piscina chiavi in mano non se ne faceva niente, in quanto non in grado di gestirla con personale comunale, quindi dovevano portare un progetto completo di operatore che la gestisce tramite convenzione con il comune.
  2. La volumetria proposta non era in linea con il documento di inquadramento che, in quel caso consentiva appunto un metro cubo per metro quadro.


Dopo qualche tempo trovarono un soluzione tramite una società che già operava a Novara, interessata ad aprire un centro natatorio e termale con palestra specializzata al benessere degli anziani. Andammo anche in delegazione a vedere la sede di Novara e fummo piacevolmente colpiti sia dalla struttura che dalla modalità di gestione della stessa ma, quando tutto sembrava dovesse andare in porto, l’imprenditore di Novara si tirò indietro poiché venne a sapere che, a Vittuone proprio al confine con Sedriano, era in progetto una struttura del tutto simile. Quindi saltò tutto.

Come sempre non tutti i guai vengono per nuocere, infatti venni a conoscenza della messa in vendita di Villa Colombo.

Ripresi quindi i contatti con la proprietà spiegando loro che, se avessero acquistato la Villa Colombo il PII era praticamente cosa fatta. Nella trattativa venne a galla la volontà di vendere anche la cascina Tiraboschi ma, la valutazione mia, del sindaco e della giunta era che, al massimo poteva interessarci solo la parte prospiciente la villa. Fui proprio io a proporre di trasformarla in residenza e terziario anche perché altrimenti secondo i proponenti i conti non tornavano, fermo restando che, i vecchi proprietari all’ora come anche adesso si tenevano un terzo del giardino comprensivo dell’accesso esterno.

Il resto della storia è ormai risaputo, i proponenti anziché disdire immediatamente il contratto di affitto con il contadino aspettarono la sua scadenza, impedendo di fatto e per quattro soldi l’adozione del PII al precedente Consiglio Comunale, poiché non erano trascorsi tre anni dalla dismissione della attività agricola.

Lei parla di 600.000 euro, io penso che, sono molto meno i soldi spesi, tirerei via tranquillamente uno zero, in ogni caso adesso è evidente anche per Lei che, la mia responsabilità al riguardo è stata nulla.

Non intendo dunque dilungarmi oltre, lezioni di urbanistica non voglio darle a nessuno, ma ribadisco che la legittimità del piano come sopra dimostrato è più che discutibile e la lettura del documento di inquadramento è sicuramente ancor più eloquente per sostenere le legittime ragioni del sottoscritto.

Cordialmente
Tiberio Paolone per Sinistra di Sedriano

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